Immagina un mondo in cui i rifiuti non esistono, in cui tutto ciò che viene prodotto e consumato è progettato per durare e per essere riciclato. Questo è il cuore dell'economia circolare, un concetto che sta rivoluzionando l'approccio tradizionale alla produzione e al consumo.
No, non è fantascienza. È puro buon senso. In passato, fino alla comparsa dell’obsolescenza programmata e dell’usa e getta, era già la normalità. Tutto ciò che si creava era progettato per durare nel tempo e per essere facilmente riparato, massimizzando la vita utile del prodotto in questione. La condivisione era la normalità, così come il rispetto della natura circostante.
Con il progresso tecnologico e la crescita demografica, l’umanità ha iniziato a sovra produrre dimenticando che il pianeta in cui viviamo è un sistema chiuso, con risorse limitate. L’economia circolare non è altro che un modello di produzione e consumo che mira a riportare il rispetto dei limiti planetari in primo piano senza intaccare l’ormai avanzatissimo attuale stile di vita.
Per evitare di dover rinunciare a comodità e piaceri, sistema economico e tecnologia giocano un ruolo fondamentale. In primis, tutto ciò che produciamo va progettato per durare e per essere facilmente riparato o disassemblato al termine della sua vita utile, massimizzata in ogni modo possibile. Ogni singolo grammo di materiale di ciò che poi giunge comunque al termine della propria vita utile, va riciclato e reimmesso nel processo produttivo, evitando così di dover estrarre dal sottosuolo nuove, sempre più rare, materie prime. Fondamentale quindi, la tecnologia che permette di ripristinare i materiali lavorati e processi di approvvigionamento adeguati.
I benefici diretti ed indiretti dell'economia circolare sono molteplici e toccano diversi ambiti. Permette di ridurre la necessità di materie prime, diminuendo gli effetti collaterali negativi sull’ambiente legati all’estrazione di esse dal sottosuolo come deforestazione, inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno e distruzione di ecosistemi e popoli indigeni.
Meno materie prime estratte corrisponde dunque a limitare l'impatto sulla natura, mitigare il cambiamento climatico e preservare la biodiversità. Risultati nella stessa direzione si ottengono anche grazie alle minori quantità di rifiuti, che allo stato attuale nei paesi più virtuosi finiscono inceneriti generando CO2, mentre in paesi meno avanzati anche direttamente dispersi nell’ambiente, devastando flora, fauna e vite umane.
Come ogni innovazione, l'economia circolare è un’opportunità economica. La trasformazione dei processi produttivi, di progettazione e di riciclo richiede competenze specifiche e apre nuove opportunità di ricerca e sviluppo. L'adozione di modelli di business circolari favorisce la collaborazione tra le imprese, generando sinergie e creando valore condiviso in tutte le fasce economiche.
Il Ticino si trova dunque ad affrontare una scelta. Da una parte, la via pionieristica, creando le condizioni quadro ideali per sviluppare conoscenze e tecnologie da applicare ed esportare. Dall’altra, l’attesa passiva delle imposizioni legislative dall’alto con annessi costi finanziari, d’opportunità ed ambientali causati dall’inattività.
In Svizzera e all’estero, già molto si sta muovendo in questa direzione. Ad esempio, il Canton Zurigo ha integrato nella propria costituzione i principi dell’economia circolare e l’EU ha standardizzato i caricatori per gli apparecchi elettronici, eliminando di fatto quantità enormi di rifiuti. Allo stesso tempo, sono molteplici le aziende, dalle multinazionali alle microimprese, che già fanno dell’economia circolare la loro essenza.
Anche qui da noi, la si potrà percepire man mano sempre di più, come con le stoviglie riutilizzabili ai grandi eventi, con articoli di ogni genere prodotti con materiali di scarto e molto altro.
Che sia l’umanità a sceglierla o i limiti planetari ad imporla, l’economia circolare è senza ombra di dubbio il futuro e allo stesso tempo un’opportunità per creare un mondo migliore.
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